10 ottobre 2021

D come Domodossola - seconda parte

19 agosto

La giornata trascorsa in val Formazza è stata intensa e un po' impegnativa ma la sveglia non ci sorprende neanche oggi, siamo pronte a esplorare una nuova valle: la val Vigezzo.
Per vivere a pieno l'esperienza decidiamo di utilizzare una delle attrazioni più celebri della zona, ovvero la Vigezzina (o Treno delle Centovalli), ma dato che dobbiamo sempre distinguerci dalla massa invece di salire sul treno a Domodossola dove "nasce" percorriamo in auto il primo tratto di valle e lasciamo l'auto a Santa Maria Maggiore.
Su consiglio sia di Michela, sia dell'addetto della ferrovia incontrato il primo giorno, abbiamo prenotato i biglietti in anticipo, così verso le 10 saliamo sul treno e ci accomodiamo ai nostri posti.

Panorama dell'alta val Vigezzo dai finestrini del Treno Centovalli.

Attenzione: il Treno delle Centovalli parte dall'Italia e termina la sua tratta in Svizzera, quanto scriviamo si riferisce al momento in cui noi abbiamo fatto il viaggio, prima di recarvi in un Paese straniero, soprattutto se esterno all'area Schengen, vi consigliamo di documentarvi sulle norme anticovid da seguire sul sito del Ministero degli esteri.

Il viaggio dura poco più di un'ora e scorre piacevolmente anche se le nostre aspettative non vengono totalmente soddisfatte: pensavamo di poter ammirare maggiormente il panorama invece il treno percorre la maggior parte del tragitto tra i boschi. Per questo lo consigliamo vivamente durante il periodo autunnale quando la colorazione delle foglie sarà sicuramente uno spettacolo da non perdere.
Giunte alla stazione di Locarno come prima tappa ci rechiamo in un piccolo bar di fronte alla stazione per una sosta caffè, toilette e info. La cameriera ci indica la via più semplice sia per raggiungere il centro sia per il lungo lago.
Optiamo per incamminarci verso il centro città dove seguiamo un po' i ricordi di Kowalsky (che è già stata qui qualche anno fa) e un po' l'istinto per scoprire qualche scorcio interessante, il castello Visconteo e la piazza Grande. La città è carina, ma da un lato la ressa e dall'altro il fatto che il centro non sia pedonale (nonostante le strette vie di acciottolato) non contribuiscono ad affascinarci. Decidiamo quindi di spostarci sul lungo lago per pranzare con i panini portati da casa.

Rifocillate e soddisfatte iniziamo l'esplorazione della punta svizzera del lago Maggiore, tra moli, giardini e parchi gioco. Osserviamo la vita acquatica e le diverse attività a disposizione dei turisti, ci concediamo anche una sosta all'ombra di un maestoso albero ammirando il panorama, fino a quando non arriva l'ora di tornare verso la stazione per riprendere il treno sulla via del ritorno.

Molo sul lungo lago a Locarno.

Il viaggio di ritorno scorre tra chi schiaccia un pisolino e chi decide di fotografare il panorama e in poco tempo siamo di nuovo a Santa Maria Maggiore.
La nostra prima destinazione è il Museo dello Spazzacamino, un piccolo spazio espositivo che raccoglie materiale da tutto il mondo e consente di conoscere meglio questi giovani lavoratori coraggiosi, che troppo spesso associamo all'allegra figura di Bert, ma che in realtà conducevano una vita davvero difficile.

Una delle installazioni che decorano il tetto del Museo dello Spazzacamino.

La visita è istruttiva e interessante, ma ci lascia un po' scosse così decidiamo di girovagare senza meta per le vie del paese per soddisfare la nostra anima di esploratrici. Ci concediamo due pause: la prima al Caffè Pagani per un gelato della latteria locale e la seconda al Birrificio Ossolano dove ci facciamo consigliare e acquistiamo delle birre sia per la cena sia da portare a casa come souvenir.
Tutto sommato siamo soddisfatte della giornata e possiamo recuperare la macchina per ritornare alla nostra "base operativa", come le altre sere ceniamo a casa con un bel boccale di birra ossolana.

Birre ossolane.

12 settembre 2021

D come Domodossola - prima parte

Il primo viaggio insieme nel mondo post-pandemico è stato breve e vicino a casa ma, come è il nostro stile, intenso e super organizzato. Partiamo alla scoperta della valle Ossola.

16 agosto

Approfittando dell'offerta della Regione Piemonte di voucher turistici abbiamo deciso di porre la nostra "base operativa" a Domodossola nel B&B Tiffany
La truppa si ritrova in mattinata a casa di Skipper e da qui imbocchiamo l'autostrada in direzione nord, l'intenzione originaria era quella di fare una sosta sul lago Maggiore, ma la nostra super ospite Michela ci ha chiesto di anticipare il check-in così ci dirigiamo subito a Domodossola.
Dopo aver preso possesso del nostro appartamento e aver chiacchierato con Michela, che ci fornisce molti preziosi spunti da sfruttare durante il soggiorno, facciamo pranzo in casa e iniziamo a programmare le future escursioni.
Nel frattempo il cielo limpido che ci aveva accolto al nostro arrivo si rannuvola e inizia un violento temporale, decidiamo di aspettare che termini per uscire (armate di ombrelli) per esplorare il centro di Domodossola.
Da via Galletti, dove si trova il b&b, raggiungiamo via Garibaldi, poi giunte di fronte al comune imbocchiamo corso Fratelli di Dio e quindi corso Ferraris per arrivare fino alla stazione, dove cerchiamo informazioni sul treno delle Centovalli (o Vigezzina).
Ritorniamo sui nostri passi per iniziare a percorre quasi senza meta precisa le vie del "pentagono" centrale della città. Scopriamo così piazze e scorci davvero graziosi. Veniamo sorprese da un nuovo acquazzone mentre stiamo camminando su via Monte Grappa alla ricerca di una delle torri dell'antico sistema murario, così ritorniamo precipitosamente verso casa per recuperare la macchina.
Quattro passi a Domodossola: piazza Fontana

Continuiamo a dirigerci verso nord sulla superstrada E62 che porta al passo del Sempione e usciamo a Crodo, la nostra prossima meta. Nel frattempo le nuvole ci hanno completamente abbandonato e il sole splende nel cielo limpido.
Questo minuscolo paesino è sede della Acque di Crodo e ha dato i natali al... Crodino! In realtà il paese ha poco da offrire, così dopo una breve visita decidiamo di risalire in macchina per spostarci in una delle frazioni: Mozzio.
Parcheggiamo vicino a una cappella e facciamo una breve passeggiata fino all'hotel Belvedere per ammirare il panorama dall'alto.
Mozzio.

Dato che il vento è forte e le energie cominciamo a scemare decidiamo di ritornare a Crodo per un aperitivo, ovviamente a base di Crodino.
Rinfrancate e riposate torniamo verso Domodossola per fare la spesa e poi rientriamo al nostro appartamento nel b&b dove ceniamo.
Pausa aperitivo a Crodo.

17 agosto

Le campane del Santuario della Madonna della Neve ci svegliano di buon ora, ma non siamo particolarmente scioccate perché sono perfettamente sincronizzate alla nostra sveglia!
Ci vestiamo e scendiamo nel giardino del b&b per gustare l'ottima colazione che Michela ha preparato per noi, ci lasciamo tentare da datteri israeliani, torte fatte in casa e croissants appena sfornati così da fare il pieno di energie per la giornata che ci attende. Oggi esploreremo la prima della sette valli ossolane: la valle Anzasca, con l'obiettivo di ammirare il Monte Rosa.

Lo strepitoso buffet personale della colazione.

Con l'auto riprendiamo la superstrada E62, questa volta in direzione sud, e usciamo a Piedimulera, dove imbocchiamo la valle. Già da qui si può scorgere la cima del Rosa e rimaniamo da subito incantate.
Risaliamo la stretta valle fino alla località Pecetto di Macugnaga, dove parcheggiamo di fronte alla seggiovia. La prima intenzione è quella di visitare solo il piccolo borgo, ma ci lasciamo tentare da alcuni cartelli e iniziamo a percorrere il sentiero che costeggia la seggiovia.
Come ben sapete il nostro gruppo è molto affiatato ma quando si tratta di camminate in montagna, Soldato e Kowalsky sono molto più portate e allenate di Rico e Skipper, così dopo un breve tratto di sentiero percorso insieme ci separiamo. Il gruppo esperte raggiungerà la seggiovia Belvedere, mentre il gruppo principianti arriverà all'Alpe Burki, con annessa capatina all'omonimo agriturismo.

Il Monte Rosa e, in primo piano, il Torrente Anza visti all'inizio del sentiero che porta al Bevedere.

Dopo aver contemplato più da vicino il maestoso Monte Rosa, ridiscendiamo e ci ritroviamo al Ristorante Miramonti dove soddisfiamo il secondo obiettivo di giornata: gustare un bel piatto di polenta!
Sazie e riposate, recuperiamo gli zaini e ci spostiamo nell'abitato di Pecetto per ammirare le tipiche case walser.
Polenta e salsiccia.
Polenta concia.

Risaliamo in macchina e scendiamo leggermente la valle fino all'abitato di Isella, dove parcheggiamo per raggiungere la nostra prossima tappa: il lago delle Fate. Sfortunatamente il sentiero segnalato che iniziamo non è adatto a chi soffre di vertigini, quindi siamo costrette nuovamente a separarci.
Soldato e Kowalsky proseguono fino al lago, dove scoprono che esiste un comodo sentiero su sterrato che parte dal parcheggio percorrendo un tratto più lungo, invece Rico e Skipper seguono il sentiero che costeggia il torrente Anza e raggiungono la miniera d'oro della Guia.

Il lago delle Fate.

Ricompattato il gruppo e soddisfatte della giornata appena trascorsa, continuiamo la discesa a valle, ma lungo la strada veniamo attirate da un cartello che ci aveva incuriosito già al mattino: mirtilli! Facciamo quindi sosta all'Agriturismo In valle sul fiume, dove acquistiamo un cestino di mirtilli freschi e alcune marmellate.
L'ultima tappa della giornata è all'Azienda Vitivinicola Patrone per acquistare due bottiglie di vino da gustare insieme nelle nostre cene.

18 agosto

La sveglia è di nuovo scandita dalle campane, ma l'entusiasmo è alto oggi ci aspetta una giornata ricchissima alla scoperta delle valli Formazza e Antigorio.
La superstrada E62, a cui ormai siamo affezionate, ci accompagna fino all'uscita di Crodo, poi proseguiamo (sempre in direzione nord) sulla SS659. Attraversiamo prima la valle Antigorio e poi entriamo in val Formazza, il panorama è molto particolare si alternano tratti di strada in valli strette e ripide a zone di fondovalle ampie e soleggiate.
Vorremmo fermarci per ammirare la cascata del Toce, ma ci sorprende dietro a una curva e non riusciamo a trovare una piazzola per fermare la macchina, decidiamo così di proseguire fino al parcheggio della Chiesa della Madonna della Neve che si trova proprio dove inizia il salto della cascata, per osservarla dall'alto e scorgere tutta la valle.
Il panorama è stupendo ma ci tratteniamo poco da una parte perché, nonostante il tempo sia soleggiato, spira un vento gelido e dall'altra perché la ressa di turisti, accalcati e senza mascherina, ci mette un po' a disagio.
La val Formazza vista dalla cascata del Toce.

Dopo una sosta caffè/bagno al Ristorante Cascata del Toce, risaliamo in macchina e proseguiamo fino a Riale, dove lasciamo l'auto in un prato adibito a parcheggio.
Indossiamo le giacche antivento e carichiamo gli zaini in spalla per incamminarci verso il lago di Morasco, la strada è larga e asfaltata quindi facilmente percorribile da chiunque.
Giunte al bivio con il rifugio Bim Se, decidiamo che, vista la grande quantità di turisti, forse è meglio prenotare un tavolo per pranzo. Si rivela una giusta intuizione perché ci vogliono tre tentativi per riuscire a trovare un tavolo. Più tranquille riprendiamo la nostra camminata fino alla diga del Morasco che percorriamo interamente ammirando le acque verdi del lago e le meravigliose montagne che lo circondano.

Vista sul lago di Morasco dalla diga.

Terminata la passeggiata sulla diga, prendiamo il sentiero di sterrato che porta al rifugio Bim Se e poi continuiamo la discesa fino alla macchina. Ci spostiamo al Ristorante Cascata del Toce, dove abbiamo prenotato e qui si scatena il panico: non hanno segnato la nostra prenotazione! La cameriera molto gentilmente ci trova comunque un tavolo in una delle bellissime sale interne dipinte.
Ordiniamo due piatti di ravioli formazzini (ripieni di patate e menta) e due porzioni di canederli con crudo dell'Ossola e fonduta di formaggio locale, che condividiamo... non abbiamo una testimonianza fotografica perché quando i piatti sono arrivati eravamo così affamate che non abbiamo pensato ad altro.
Skipper e Kowalsky si fanno tentare anche da una fetta di strudel.

Vista dalla sala del Ristorante Cascata del Toce.

Satolle e soddisfatte riprendiamo la macchina e cominciamo la discesa verso valle, la prima tappa è un micro parcheggio in località Sottofrua. Da qui ci incamminiamo su un bel sentiero che conduce fino ai piedi della maestosa cascata del Toce. 
Lo spettacolo della cascata è mozzafiato e ci lascia davvero senza parole, anche il sentiero che abbiamo fatto ci ha molto colpito perché lungo il percorso sono presenti alcuni pannelli storici che raccolgono dipinti o brevi estratti di libri che rappresentano la cascata nella storia.

La cascata del Toce.

La tappa successiva è molto rapida, ci fermiamo lungo la strada per fotografare una delle numerose centrali idroelettriche della zona, quella di Cadarese. Facciamo qualche fotografia dall'auto e poi proseguiamo fino a Baceno per acquistare alcuni formaggi all'Antica Latteria di Baceno. Sfortunatamente nonostante le grandi aspettative date dal sito, in negozio l'offerta non è molto ampia e ci dobbiamo accontentare.

Dato che non è facile abbattere l'umore della truppa continuiamo con il programma serratissimo della giornata che ci porta prima a Verampio e successivamente a Crego per vedere altre due centrali idroelettriche. Sono degli edifici stupendi e non sembrano assolutamente delle centrali, ma piuttosto dei castelli o altri edifici residenziali. Siamo molto grate a Michela per questo suggerimento perché non avremmo mai pensato di andare alla ricerca di centrali nei nostri viaggi.

La centrale idroelettrica di Verampio.

Ultima tappa della giornata è alle Marmitte dei giganti e agli Orridi di Uriezzo (in particolare l'Orrido sud), delle formazioni geologiche dovute all'acqua e al ghiaccio che hanno scavato la roccia producendo delle forme spettacolari e suggestive. Come già successo al mattino anche qui sono presenti numerosi turisti, tanto che in alcuni momenti negli Orridi il traffico è davvero intenso e si deve attendere il proprio turno per poter procedere con la visita. Lo spettacolo naturale vale l'attesa anche se le vertigini paralizzano Rico su una scala a metà tracciato, così a malincuore deve fermarsi ma ne approfitta per fare una mini lezione di geologia a Skipper rimasta a farle compagnia.

Pinguine nell'Orrido sud.

Felici e super soddisfatte della giornata appena trascorsa, facciamo una piccola merenda in macchina e poi ci spostiamo al supermercato per acquistare qualche salume locale da assaggiare nella nostra cena casalinga.

30 agosto 2021

Tornare a viaggiare

Le nuvole variopinte animano il cielo al tramonto, in queste prime fresche serate di fine estate. Il caldo afoso delle settimane centrali di agosto ha lasciato spazio ai profumi e alle sensazioni di qualcosa che sta per cominciare. Sì, perché permane la sensazione che Settembre indichi l'inizio di un nuovo anno. E l'estate, strana, ventosa e con diversi temporali qui in Piemonte, lascia il posto ai colori dell'autunno che presto arriveranno. Ci siamo trovate spesso a paragonare i repentini cambiamenti climatici dei mesi scorsi agli eventi che hanno indiscutibilmente accompagnato la maggior parte dei nostri viaggi in Francia, Scozia o Irlanda. 


Aprendo il blog, ci siamo rese conto di quanto tempo sia effettivamente trascorso, scivolando quieto e silenzioso durante questi lunghi mesi di lockdown on/off.
L'ultimo post pubblicato risale alla fine di gennaio 2020. Più di un anno e mezzo fa.
Abbiamo smesso di pensare ai viaggi? Ci siamo stancate di parlare degli itinerari fatti negli anni passati? No, assolutamente no.
Ma ci siamo trovate, come tutti, spiazzate dalla situazione pandemica, abbiamo cercato di fare il nostro dovere di cittadine evitando di uscire ed evitando i contatti quando richiesto e quando non necessari e, con fatica, abbiamo proseguito il lavoro quotidiano, ognuna nel proprio settore. Le chiamate multiple e i messaggi quotidiani ci hanno permesso di continuare a progettare e sognare.

Il 2021 avrebbe dovuto essere l'anno del Grande Viaggio, il regalo speciale per festeggiare i compleanni a cifra tonda, ma tutti i nostri progetti sono sospesi finché non avremo la certezza che viaggiare sia sicuro per noi e per gli altri.
Tuttavia, abbiamo ricominciato a muoverci a piccoli passi, scoprendo per prima cosa un pezzetto della nostra regione, finora ingiustamente ignorata.
Quindi... rimanete sintonizzati con noi!
Le Pinguine stanno tornando!

26 gennaio 2020

Basilicata coast to coast

9 luglio 2019
Stamattina decidiamo di partire presto per anticipare la calura e immergerci nelle vestigia della Magna Grecia a Metaponto, per poi rilassarci in spiaggia. La prima tappa sono le Tavole Palatine che ci lasciano a bocca aperta: un imponente tempio con colonnato dorico del VI secolo a.C., incredibilmente a ingresso gratuito.
Le Tavole Palatine.

Ci spostiamo poi verso l'area archeologica, per scoprire che apre solo a partire dalle 14.00. Davanti ai cancelli incontriamo altri turisti che come noi restano stupiti e delusi dell'orario di apertura proprio nelle ore più calde. Decidiamo di curiosare attraverso la recinzione e notiamo che l'incuria la fa da padrona, con erbacce che crescono in mezzo alle rovine, un vero peccato.
L'area archeologica di Metaponto.
E' ormai tarda mattinata e il mare ci chiama! Seguendo il consiglio datoci dal gestore del B&B ci dirigiamo alla spiaggia di Terzo Cavone, una lunghissima e tranquilla spiaggia libera, nascosta da un'enorme pineta. Ci rilassiamo distese sulla sabbia finissima e facciamo il bagno in un mare trasparente e dal fondale basso. Poco distante c'è il chioschetto di un piccolo lido, dove consumiamo il nostro pranzo.
La spiaggia di Terzo Cavone.
A metà pomeriggio, dopo un ultimo bagno, ci tocca a malincuore ripartire per raggiungere il nostro nuovo alloggio a Nova Siri Marina, che dista pochi chilometri. Oltre alla doccia riusciamo anche a fare il bucato. Ma non riusciamo proprio a stare ferme troppo a lungo: siamo incuriosite da un paesino che si vede sulla cima di una collina...Rotondella, il balcone dello Jonio. In effetti facciamo proprio bene a farci un salto: si trova sulla sommità di un colle proprio di fronte al mare e deve il suo nome alla forma tondeggiante, camminando tra le sue viuzze sembra di essere immersi in una spirale. Ci concediamo un aperitivo al bar del belvedere per poi scendere a Policoro per una cena a base di pesce. Il centro non è nulla di che, animato da famiglie in villeggiatura.
Fritto di mare.

19 gennaio 2020

Alla scoperta della Basilicata

Da quando abbiamo sconfinato per raggiungere la splendida Matera durante la nostra vacanza in Puglia, a me e alla mia amica Elisa è rimasta la curiosità di scoprire anche il resto della Basilicata. Decidiamo quindi di tornarci, usando la formula treno+auto già collaudata. Come periodo scegliamo la prima metà di luglio, appena finiti gli impegni lavorativi. 
Partiamo giovedì 4 luglio con l'Intercity notte da Torino Porta Nuova delle ore 21.55, e arriviamo a Napoli Centrale alle 8,17. Alle 8,50 siamo sull'Intercity per Taranto, che ci lascia a Potenza intorno alle 11.00. Ci sono anche altre soluzioni con i treni ad alta velocità, eventualmente affittando l'auto a Salerno. Per prenotare i treni e usufruire di eventuali offerte bisogna comunque aspettare che esca l'orario estivo. 

5 luglio 2019
Arrivate alla stazione di Potenza chiamiamo l'autonoleggio più vicino e più conveniente, che è l'Europcar, per verificare la disponibilità di auto adatte alle nostre esigenze. Ci incamminiamo, in linea d'aria google maps ci da 1 km, 10 minuti...peccato che Potenza sia tutta saliscendi, la città delle scale, e con le valigie ci mettiamo un po' più del previsto!
Ritiriamo un pandino che per due persone e per le strade non sempre agevoli della Basilicata si rivelerà l'ideale.
Visto che si è fatta l'ora di pranzo ci facciamo consigliare un locale dall'impiegata dell'autonoleggio che ci manda alla trattoria di Zi Mingo, giusto sulla strada che percorriamo noi. La Basilicata ci accoglie subito con scamorza e caciocavallo alla piastra!
Usciamo da Potenza in direzione Melfi e poco dopo ci fermiamo a Castel Lagopesole, grazioso borgo con un castello in cima al cucuzzolo della collina. Purtroppo il castello apre alle 16.00 e per ragioni di tempo non riusciamo a visitarlo all'interno.
Veduta di Castel Lagopesole.

Giungiamo a Melfi, città più grande e trafficata. Passeggiamo per le vie del grazioso centro storico e raggiungiamo l'imponente castello normanno circondato da mura. Decidiamo di entrare e acquistiamo il biglietto cumulativo che ci permetterà di visitare anche il castello e l'area archeologica di Venosa il giorno successivo. All'interno è ospitato il Museo Archeologico Nazionale del Melfese, una collezione di reperti rinvenuti nei dintorni, e il sarcofago di Rapolla, uno splendido sarcofago romano.
Il castello normanno di Melfi.

Il centro di Melfi visto del castello.

Nel tardo pomeriggio ci spostiamo a Venosa, dove abbiamo prenotato nel centro storico un grazioso b&b  per due notti. La sera ceniamo in un locale dietro al castello e facciamo una piacevole passeggiata nel centro storico, godendoci un po' di fresco.


15 dicembre 2019

Skipper, la Ville Lumière e i BTS

Le Pinguine in Viaggio, specialmente Rico e Skipper, sono solite fare colpi di testa durante l'anno e scappare in qualche città europea inseguendo mostre o spettacoli.

Da qualche mese a questa parte, Skipper è ringiovanita (una teenager, come si ostinano a sottolineare le altre pinguine) ed è impazzita per i BTS, gruppo musicale sud coreano ormai noto al grande pubblico grazie ai successi internazionali.

Quando ha scoperto che Parigi avrebbe ospitato una data del loro nuovo tour mondiale Love Yourself - Speak Yourself ha provato a fare gli occhi dolci a Soldato, Kowalski e Rico, ma è risultata poco convincente. Quindi si è rivolta ad una alleata altrettanto valida per le follie inerenti l'oriente e ha programmato un nuovo folle weekend parigino con Val.

Presi i biglietti il giorno stesso in cui hanno aperte le vendite tramite Best Events, le due baby ARMY hanno provveduto ad acquistare i biglietti per il TGV in agenzia viaggi e prenotato un Residhome nei pressi di Gare de Lyon attraverso Booking.
Tutto era pronto. Ora dovevano solo aspettare il 7 giugno.

7 giugno
Sveglia alle 5.30 per essere in stazione con un buon anticipo, zainetto stipato di generi di conforto, prenotazioni varie e power bank super carichi. Lo sguardo in stazione osserva felpe, magliette, cerchietti e sale ad incrociare gli occhi di altri gruppetti che viaggiano verso la stessa meta, scambiando sorrisi complici.
Arrivo alla Gare de Lyon.

Il viaggio in TGV scorre rapido e, giunte alla Gare de Lyon, Val e Skipper si scontrano subito col vento freddo e il clima psicotico di Parigi. Percorrono a piedi i 10 minuti che le separano dal Residhome Jacqueline de Romilly, una struttura nuovissima, molto pulita e confortevole.
Una volta sistemate nella stanza, decidono di occupare parte delle ore che le separano dal concerto con un primo assaggio della città. Per Val è la prima volta a Parigi, quindi oltre all'entusiasmo per il concerto si aggiunge il desiderio di scoperta.
Tornate a Gare de Lyon, acquistano alle macchinette i biglietti della RER per lo stadio (e ritorno) e il biglietto per la metro. Con la linea 1 direzione La Defense arrivano sino al Louvre, dove passeggiano tra le corti, attorno alla piramide di Pei. 
Cour Napoléon.

Uscite dagli spazi del Louvre, sotto i portici di Rue de Rivoli, tra uno scroscio di pioggia e un raggio di sole, si incamminano verso Les Halles. 
Les Halles.

L'idea era di visitare l'Eglise Saint-Eustache ma i giardini attorno ad essa sono chiusi a causa di una manifestazione. Attraversano perciò gli spazi coperti del mercato, osservando le vetrine del negozio LEGO, per poi cercare un posticino per merenda. La scelta cade su Paris Baguette, dove gustano il primo assaggio di pure beurre con un croissant, un chausson aux pommes e due caffè. 
Spuntino al Paris Baguette.

Al riparo del caffè riescono ad evitare un rovescio temporalesco; una volta terminato si dirigono alla fermata della RER e con la linea D giungono alla fermata Saint Denis - Stade de France. Arrivare allo stadio è molto semplice, dato che è sufficiente accodarsi al flusso di persone. In prossimità della struttura si iniziano a sentire le esclamazioni concitate a causa dei video e sale l'emozione. La coda di fronte alla porta Y è parecchio lunga, dato che i controlli sono puntigliosi: non appena preso posto in fila, un nuovo violento e ventoso acquazzone costringe Skipper e Val a bardarsi con le mantelle antipioggia. 
La coda e le nubi cariche di pioggia.

Dopo circa un'ora e mezza di attesa ecco che finalmente superano i controlli e prendono possesso dei loro seggiolini sugli spalti. Le due ore e mezza di concerto volano e il deflusso dallo stadio è più rapido del previsto: poco dopo la mezzanotte sono nel loro mini appartamento e cercano di fissare nella memoria l'esperienza vissuta.
Tramonto all'interno dello Stade de France.


8 giugno
La colazione a buffet del Residhome riempie le pance e Skipper e Val sono pronte ad andare alla scoperta della città. Il cielo pare reggere perciò ne approfittano per una passeggiata fino a Place de la Nation, esplorando il quartiere che le ospita. Dalla piazza, in buona parte chiusa a causa di lavori, prendono la linea 2 della metro in direzione Porte-Dauphine, costeggiano con il treno l'area del cimitero di Père Lachaise e scendono alla fermata di Anvers, da cui iniziano la visita verso la basilique du Sacré-Coeur. Tra un negozio di souvenir e l'altro giungono alla funicolare, che sfruttano dato che è compresa nell'abbonamento dei mezzi che hanno acquistato. Il cielo azzurro e l'aria limpida rendono la vista su Parigi davvero speciale ed esaltano il bianco dell'edificio religioso.
La Basilica del Sacro Cuore.
Le viuzze di Montmartre portano a passeggiare senza una meta precisa, osservando le bancarelle e il viavai di turisti. Anche se non pare, un punto di arrivo in questo girovagare è ben fisso nella testa di Skipper che, memore del viaggio precedente, vuole portare Val ad assaggiare specialità francesi al Coquelicot, nei pressi della fermata Abbesses.
Pranzo al Coquelicot.

La passeggiata in città prosegue percorrendo le strade in discesa verso la fermata Pigalle della metro, per scattare qualche fotografia alla facciata del famoso Moulin Rouge. Il viale alberato di Boulevard de Clichy offre la possibilità di procedere, riparate dal sole, verso Place de Clichy, da cui si sarebbe dovuto procedere in maniera rapida verso il secondo punto di visita della giornata. 
Il Moulin Rouge.

Tuttavia, a causa delle manifestazioni dei gilets jaunes, il percorso in metro si allunga, finché, con la RER linea C arrivano alla stazione Champ de Metro - Tour Eiffel. Ne approfittano per una breve passeggiata lungo Senna sulla promenade che conduce al Carousel de la Tour Eiffel. 
Ovviamente il tempo era stato sin troppo clemente, quindi le due turiste sono costrette a tirare fuori le mantelle antipioggia, per ripararsi da un nuovo temporale particolarmente ventoso. Lasciando alle spalle la torre, risalgono i giardini verso il Trocadero e improvvisamente il cielo si apre nuovamente!
La Tour Eiffel dai giardini del Trocadero.
Il vento permette di asciugare e ritirare le mantelle. Tra i visitatori compaiono alcune borse molto familiari: il pop-up store dei BTS si trova infatti poco lontano. Pur non essendo nel programma, decidono di vedere quanto lunga sia la coda e...infine si fermano. La curiosità è troppa. L'attesa è di circa un'ora, ma tra chiacchiere e nuove conoscenze il tempo passa; inoltre, oltre la metà della coda, alcuni addetti distribuiscono gli opuscoli del merchandising in vendita e si può iniziare a decidere cosa acquistare.
Uno degli allestimenti del pop-up store.
Felici, con le borse dello shopping appena effettuato, Val e Skipper ritornano a Trocadero per prendere la linea 6 della metro, direzione Nation. Scendono alla fermata Edgar Quinet e raggiungono l'entrata della Tour Montparnasse per la salita al deck panoramico. La visita all'esterno deve attendere perché nel frattempo ha ricominciato a piovere, pertanto ne approfittano per esplorare l'area coperta, tra pannelli esplicativi, negozio di souvenir e foto dalle ampie vetrate.
Arcobaleno su Parigi.
Infine, raggiungono il tetto panoramico e ne percorrono il perimetro, fermandosi per utilizzare i "binocoli storici" che permettono di vedere come si sia sviluppata la città di Parigi attraverso i secoli. Soddisfatte, riprendono la metro per raggiungere la loro stanza.

9 giugno
Il cielo grigio rispecchia l'umore. Nessuna delle due ha voglia di terminare questo breve viaggio. Una volta fatta colazione e lasciati i bagagli nel deposito della struttura, si parte per l'ultimo giro di visita. Appositamente, Skipper ha lasciato per ultima la Cité, che raggiungono con la medesima linea usata il primo giorno, scendendo alla fermata Châtelet.
Arrivano all'Île de la Cité attraverso il Pont au Change che conduce di fronte alla Conciergerie e al Palais de Justice, per poi proseguire verso la Cattedrale di Notre-Dame. 
La Chatédrale Notre-Dame


L'incendio del 15 aprile ha privato abitanti e turisti di una parte visiva importante per la città, perché volenti o nolenti si cerca la guglia non solo quando si è nelle vicinanze della Cité, ma anche dai punti panoramici. 
Lasciate alle spalle le mura di pietra, cercano di visitare la famosa libreria Shakespeare and Company, che però è chiusa di domenica. Scelgono perciò di passeggiare nel quartiere di St. Michel, raggiungendo la chiesa di St. Germain des Prés per assistere ad un pezzo della funzione. L'orologio ticchetta, ricordando che è ora di fare un rapido pranzo prima di recuperare i bagagli e prendere il treno per il viaggio verso casa, durante il quale si iniziano a raccogliere le idee per il blog.
Appunti di viaggio.


Nota di Skipper.
Non ho volutamente raccontato in questo post le dinamiche del concerto, perché potete trovare tutte le informazioni su Bts ARMY France, ma vorrei condividere alcune impressioni. Il colpo d'occhio all'interno dello stadio è favoloso, ma la sensazione di gioia era già percepibile al di fuori delle gradinate. Io non sono più una ragazzina eppure la ragione per cui mi sono appassionata alla loro musica era palese quel pomeriggio. Attorno a me c'erano un gran numero di ragazze giovani, vero, ma non solo. C'erano gruppetti di ragazzi, coppie più grandi di me, mamme e papà che accompagnavano ma che contemporaneamente ballavano e saltavano, pur non sapendo le canzoni. C'erano spettatori provenienti da mezza Europa, c'erano etnie che si mescolavano e c'era il desiderio di far sentire la propria voce, cantando tutte le canzoni proiettate sui maxi schermi. Non importa se non ascoltate la musica che ascolto io, ma andate a sentire un concerto dal vivo! Portateci gli amici, i figli, scambiatevi opinioni e ampliate i vostri orizzonti. Uno dei messaggi che i BTS stanno cercando di portare nel mondo, pur non essendo i primi a farlo, è proprio quello di amare se stessi e gli altri, un percorso complesso, che non termina forse mai ma che sarebbe bello diventasse l'impegno di tutti. 

Tra noi pinguine, dopo quattordici anni di frequentazione, ci si prende spesso in giro, vuoi per le caratteristiche fisiche, vuoi per gli interessi o le abitudini; tuttavia ci siamo sempre l'una per l'altra e gioiamo e festeggiamo i successi di ognuna di noi. 

08 dicembre 2019

Natale a New York

Sì lo so, il titolo di questo post sembra quello di un cine-panettone della peggior specie, però quando ti capita di vivere le festività natalizie nella più celebre città degli Stati Uniti non puoi fare a meno di iniziare così.
Il 24 dicembre 2013, con una valigia carica di pacchetti di ogni misura e un albero di Natale di cera alto meno di 10 cm, sono partita con le mie amiche Cristina e Chiara per trascorre tutte le feste nella Grande Mela. Una volta giunte a destinazione ci siamo aggregate a una compagna di liceo, Elisa, che, insieme alla famiglia, era in visita dalla sorella trasferitasi negli States per amore, e a completare il gruppo Luca, un amico di Cristina. Il gruppone non ci ha fatto sentire la mancanza della famiglia per il pranzo del 25 dicembre, anche se per Capodanno ci hanno abbandonato quasi tutti ed è rimasto a farci compagnia solo Luca.

A differenza di quanto facciamo di solito non vi proporrò un itinerario preciso ne vi racconterò nel dettaglio come ho trascorso i 10 giorni a New York, ma sfrutterò l'esperienza per dare un po' di consigli per godersi al massimo le festività a Manhattan.
Il post sarà quindi suddiviso in diversi argomenti e per alcuni di essi ci sarà, su ispirazione delle guide Lonely Planet, una top-five delle mie preferenze.

Decorazioni
Se normalmente servono 100 occhi per poter ammirare tutto quello che NYC può offrire, nel periodo natalizio non sono sufficienti! E non parlo solo dell'albero al Rockfeller center (mi raccomando che il primo incontro sia con il buio o resterete delusi).
Ogni casa, ogni vetrina, persino le facciate dei palazzi saranno "vestite" a festa. Prendetevi il tempo per assaporare ogni dettaglio, perché il 2 gennaio tutto, o quasi, verrà smontato.
La più celebre decorazione di New York: l'albero del Rockfeller center.
Top-five delle decorazioni natalizie:
- lo spettacolo di luci sulla facciata di Saks sulla 5th avenue. Si ripete ogni 10 minuti dalle 16:30 alle 01:00, ogni anno il tema e le musiche cambiano. Nonostante la calca di turisti che si recano al Rockfeller center la magia delle luci e dei suoni ti cattura e ti incanta, nei pochi minuti dello spettacolo tutti restano immobili con il naso all'insù per non perdere neanche un dettaglio;
- i cortili delle case di Brooklyn, in particolare quelle della zona di Brooklyn Heights. Le villette di questa zona hanno decorazioni originali ma molto curate e anche la caserma dei vigili del fuoco ha la sua slitta personale;
Natale a Brooklyn Heights.
- il villaggio di Natale di Bryant Park, dietro la NY public library. Qui si può trovare di tutto dal mercatino di Natale, ai chioschi che vendono bevande calde, dall'albero decorato per fare una foto ricordo alla pista di pattinaggio;
Selfie natalizio a Bryant Park.
- l'albero di Natale del Museo di storia naturale. Non so se ogni anno viene decorato allo stesso modo (ma lo spero vivamente), durante la mia visita al posto delle classiche palline era interamente addobbato con origami di animali, uno spettacolo stupendo;
- le vetrine di Bloomingdale sulla 3rd avenue. Anche in questo caso ogni anno cambia il tema, nel 2013 erano le città europee, forse un po' cariche e leggermente pacchiane ma meritano.